Compie 10 anni il laboratorio di teatro sociale “OperaH”, un progetto di inclusione e di benessere, quest’anno dedicato alla comicità de “La serva padrona” di Pergolesi.

Al via a Jesi, in versione “smart” con incontri “a distanza” on line (nella speranza di riprendere gli incontri in presenza dal mese di maggio), la decima edizione del laboratorio di teatro sociale “OperaH” per gli utenti dei servizi socio-sanitari della città. Un progetto di inclusione sociale, curato dalla Fondazione Pergolesi Spontini, che non si è mai fermato nemmeno lo scorso anno, in pieno lockdown, e che ha portato poi, alla riapertura del Teatro Pergolesi, allo spettacolo “Ma Bohème” andato in scena con grande successo nell’ambito del Festival Pergolesi Spontini 2020.

Il progetto mette in relazione il melodramma con il sociale per costruire percorsi di integrazione e di benessere, attraverso un laboratorio, da aprile a settembre, di Teatro e Danza-Movimento terapia realizzato con il contributo di A.S.P. – Ambito 9 del Comune di Jesi, in collaborazione con UMEA Unità Multidisciplinare Età Adulta ASUR MARCHE AV2- JESI, COOSS Marche, Associazione Teatro Giovani – Teatro Pirata e Nuovo Spazio Studio Danza.

“OperaH” coinvolge un gruppo di persone adulte con disabilità fisica/intellettiva dalle strutture sanitarie e di assistenza coinvolte. L’obiettivo è la promozione del benessere e della salute, e dunque incrementare la consapevolezza di sé, sviluppare capacità creative, migliorare agilità, senso dello spazio e la propria autostima, grazie al valore emozionale e socializzante del teatro e del movimento creativo. Il laboratorio sarà tenuto dagli operatori Simone Guerro, Arianna Baldini e Sara Lippi. L’esito del laboratorio sarà un nuovo spettacolo al Teatro Pergolesi il prossimo autunno.

Per il 2021, il progetto artistico affronta lo studio del linguaggio comico del corpo e della voce attraverso la leggerezza, l’irriverenza e la scanzonatezza del gioco degli equivoci. A partire dalle suggestioni offerte dalle opere “Il telefono” di Menotti e “La serva padrona” di Pergolesi, si lavora con i partecipanti al fine di trovare e potenziare le proprie chiavi comiche, metterle in relazione con il resto del gruppo e canalizzare tale ricerca laboratoriale verso la scrittura di una drammaturgia originale che parta da spunti e creazioni dei partecipanti. I linguaggi artistici del teatro e della danza non saranno due linguaggi staccati ma lavoreranno insieme come un linguaggio unico. Il teatro come forza del gesto e della scena, la danza come espressione di integrazione fisica ed emotiva dell’individuo, per puntare insieme ad indagare la potenzialità espressivo-creativa del singolo e del gruppo.