Cenni storici
LA CHIESA DI SAN BERNARDO
La chiesa di San Bernardo ad uso delle Clarisse, con il nuovo passaggio di proprietà diviene cappella gentilizia dei Pianetti che già nel 1618 vi avevano il jus-patronato di un altare.
La marchesa Susanna Mannelli, moglie di Cardolo Maria Pianetti, all’inizio del ‘700 vi istituisce una Cappellania, provvedendo ad un radicale rinnovamento dell’apparato decorativo e pittorico con risultati formali che ne fanno uno dei più importanti esempi di arte barocca ancora esistente a Jesi, per quanto mutilo di alcune sue parti.
L’aula rettangolare con volta a botte ribassata misura m. 11×7,5.
La suddivisione dello spazio è realizzata dall’alternanza di specchiature incorniciate da paraste corinzie e da altari. Particolarmente fastoso quello principale costituito da una quinta di colonne tortili sormontate da un timpano spezzato e rovesciato. Su questa intelaiatura si innesta l’apparato plastico a stucco con le statue della Fede e dell’Innocenza in basso e della Prudenza e della Giustizia in alto ad accompagnare la Gloria di San Bernardo in estasi, circondato da un tripudio di angeli e cherubini.
La decorazione a stucco, che accompagna senza soluzione di continuità le pareti e la volta con motivi floreali ed araldici, è stata realizzata dal 1714 al 1719 da varie maestranze tra cui figura anche l’austriaco Giovanni Greber.
L’apparato pittorico comprendeva 13 tele di cui 5 ovali nella volta, la pala dell’altare maggiore, 2 degli altari laterali, una lunetta nella sagrestia e 4 bozzetti realizzati nel 1715 dalla bottega di Giacomo del Po.
Di questo insieme si sono conservati i quadri degli altari laterali, attualmente conservati in Pinacoteca, e il bozzetto per la pala principale conservato in Biblioteca.
La chiesa di San Bernardo ha conosciuto un lungo momento di disattenzione ed è stata trasformata per lunghi anni addirittura in deposito di carbone.
Il restauro del Comune di Jesi a partire dal 1990 l’ha correttamente restituita all’uso pubblico.